giovedì 5 aprile 2012

Quale medicina cura?, Convegno a cura del Gruppo Abele, Università degli studi di Bergamo e movimento Slow Medicine, 20 e 21 aprile 2012


E’ un convegno sulla cura che si terrà a fine Aprile, in un luogo molto suggestivo, sopra Torino.
E’ organizzato come Università degli Studi di Bergamo con il Gruppo Abele e il movimento Slow Medicine. L’idea è che si possano far incontrare professionisti del mondo della cura, con la voglia di condividere sperimentazioni e di tenersi in contatto, per non sentirsi soli, nello sforzo di migliorarsi e migliorare i servizi, ma anche nel pensare e immaginare nuove e più rispettose strade per la medicina e l’assistenza di oggi.Il convegno è accreditato ECM, ed essenzialmente not for profit, ovviamente.
Il Gruppo Abele vorrebbe offrire questo monastero appena ristrutturato come luogo caldo di incontro e confronto periodico anche sui temi della cura a chi volesse accettare questa provocazione e lasciarsi coinvolgere in una rete di reciproco sostegno e motivazione al cambiamento.

Quale medicina cura?

Il perchè di una domanda
“Quale medicina cura?”. Una domanda trasversale, sofferta, diffusa tra i mondi della cura con le loro professioni che si rendono conto di avere molte sfide in comune e si chiedono come farne un discorso pubblico, ma anche una leva di cambiamento per una medicina giusta, appropriata, sobria, sostenibile. Una domanda segnata dalla crisi finanziaria, ma che rilancia l’urgenza di non ragionare solo in termini finanziari. La crisi non può essere un alibi per non affrontare i problemi, piuttosto un’occasione per ripensare le pratiche della medicina. Mentre abbiamo da difendere, nonostante sprechi e manchevolezze, l’attuale sistema sociosanitario, c’è molto da fare per ripensare quale medicina oggi sia di aiuto in una società attraversata da fenomeni enormi come l’invecchiamento, l’appesantirsi delle sofferenze urbane, l’aumento di bambini e ragazzi con fatiche legate allo sviluppo psicofisico e al loro inserimento socio-educativo, i casi di anoressia o bulimia… Tutti problemi che mettono in gioco professioni e organizzazioni diverse, in quanto non sono delegabili a una sola disciplina e organizzazione. La cura è un evento collettivo, un bene comune che necessita di cooperazione nel pensare e nell’agire qui e ora, in questa situazione e contesto. Per farlo le professioni e i mondi organizzativi del socio-sanitario e del sociale sono chiamati a “sospendere” le loro appartenenze professionali e i loro atteggiamenti difensivi entro protocolli e mansionari per mettere al centro la domanda di partenza nelle sue diverse declinazioni: come può essere reimmaginata e arricchita la medicina oggi perché sia giusta, appropriata, sobria, sostenibile? E dunque come evitare che la cura diventi un’ulteriore sofferenza per chi vive, come paziente o come familiare, la condizione di vulnerabilità e di malattia? Come, invece, sviluppare interventi che recuperino il significato profondo della dicitura socio-sanitario? Come tutto ciò può divenire risorsa per un nuovo assetto di welfare volto a garantire l’universalità della cura e il coinvolgimento attivo delle persone, anche in un periodo di crisi economica?
Sono interrogativi che sollecitano ad aprirsi a orizzonti sempre meno “dipendenti” dalle necessarie diagnosi, dai protocolli di intervento, dalla specializzazione delle cure, per farsi sempre più protesi verso l’integrazione e la risignificazione degli interventi a fianco del soggetto vulnerabile e della sua famiglia. Come, per fare un passo avanti, costruire percorsi di cura sostenibili e integrati, evitando l’eccesso di cure, ma anche l’abbandono, facilitando scelte consapevoli e adeguate alla realtà di vita della persona e della sua famiglia?
L’invito a una ricerca partecipata e sperimentale
Problemi enormi perché coinvolgono cambiamenti a livello di politiche, ma anche, a nostro avviso, un diverso uso (un “buon uso”) delle innumerevoli competenze e risorse esistenti. Gli stessi tagli, se vanno contrastati là dove offendono i diritti delle persone, possono essere letti come un appello improrogabile a generare risorse attraverso cambiamenti che possono alleggerire le sofferenze umane e che, per non pochi versi, dipendono dalle scelte degli operatori, dal loro modo di “esserci” nel servizio, dal loro ripensare le relazioni con le persone e le famiglie, ma anche dai luoghi fisici della cura in modo che siano accoglienti e (perché no?) belli, dal collaborare tra professioni per arricchire la “densità di cura” della medicina.
Per avviare i lavori si è scelto di privilegiare una precisa angolatura da cui vedere i problemi e costruire delle ipotesi di lavoro: la radicale riorganizzazione delle cure primarie. A nostro avviso, il futuro delle politiche sanitarie è nelle cure primarie, sul cui ammodernamento devono concentrarsi gli sforzi dei decisori e dei professionisti. Il momento di particolare difficoltà potrebbe contribuire a superare con forza quegli ostacoli che finora hanno impedito una sostanziale riorganizzazione.
Alla luce di queste considerazioni, la Certosa vuol essere un luogo dove medici e infermieri, pediatri e geriatri, medicina del territorio e medicina ospedaliera, assistenti sociali e psicologi, psichiatri ed educatori possono ricavarsi “momenti di sosta e di pensiero”, con l’intento di attivare nei territori delle sperimentazioni da rielaborare poi insieme. Un percorso partecipato entro cui possono confrontarsi  letture, ipotesi  politiche e strategie, attenti alla loro trasferibilità sui terri-
tori. Un percorso pertanto sperimentale, alla luce delle ipotesi che si andranno a maturare, che impegna a mettere in atto localmente quei cambiamenti relazionali, fisici e organizzativi che possono avvicinare la medicina ai cittadini.
Tre laboratori
Nei lavori preliminari al seminario sono emerse tre aree-problema che sembra importante affrontare nel corso della riflessione e nei laboratori che potrebbero prendere l’ avvio in tale occasione. Altre
potranno emergere fra i partecipanti.
Le cure primarie
La riorganizzazione delle cure primarie è l’orizzonte entro cui collocare l’interrogativo iniziale “Quale medicina cura?” e pertanto è trasversale a tutto il percorso e a tutti i laboratori, ma può anche essere visto come oggetto specifico di riflessione. La prima area si pone quindi  l’obiettivo di unificare la figura del medico del territorio, superare il lavoro in solitudine dello stesso, sviluppare la sanità di iniziativa, mettere lo specialista al servizio dei percorsi di diagnosi e cura (anche coinvolgendo i professionisti ospedalieri), individuare punti di riferimento sul territorio che affianchino – e sostituiscano quando possibile – la struttura ospedaliera (strutture di comunità, case della salute,
ecc., aperte tutto il giorno).
La vecchiaia pesante
Una seconda area è quella degli anziani la cui salute con il passare degli anni vede il convergere della medicina di territorio, della medicina ospedaliera, ma anche dell’assistenza sociale e delle reti di prossimità. Come accompagnare gli anziani in un percorso umano per quanto possibile autonomo, attraverso la collaborazione degli stessi anziani e della famiglia, degli operatori professionali e  delle reti di prossimità, con gli interrogativi etici ed esistenziali, oltre che sanitari e sociali, che l’invecchiamento porta con sé?
L’infanzia fragile
Una terza area è quella che rimanda all’infanzia fragile, a volte fin dalla nascita, altre volte con problemi di salute che esplodono nell’arco dopo pochi mesi o anni a livello non solo fisico, ma anche emotivo, relazionale, cognitivo. Problemi che non sono confinabili nel mondo
degli specialisti ma chiamano sulla scena la medicina del territorio e quella specialistica, l’assistenza sociale, la scuola, le associazioni, chiedendo loro di uscire dalla logica della suddivisione dei compiti per farsi insieme prossimi alle situazioni.
PROGRAMMA
Venerdì 20 aprile 2012 – Ore 9,00-13
Organizzazioni che hanno scelto di uscire dai loro confini per interrogarsi sulla medicina che cura
Lucia Bianco
DIALOGO SULLA MEDICINA CHE CURA* Tra riconversione delle risorse e micro-innovazioni
Nerina Dirindin
* Per una medicina giusta, appropriata, sobria
Andrea Gardini
* “Esserci” con le persone o sconfiggere malattie?
Ivo Lizzola
* Coordina: Vittorio De Micheli
PROSPETTIVE DI LAVORO A PARTIRE DAL “DIALOGO SULLA CURA”
Discussione coordinata da Silvana Quadrino e Marco Zanchi
Ore 14.30-19.00Lavoro in gruppi-laboratorio
Introduce Silvana Quadrino
Il seminario propone tre aree di lavoro partecipato.
* Cure primarie
* Vecchiaia pesante
* Infanzia fragile
Nel corso dei lavori, ogni area terrà presenti quattro interrogativi.
- La delega e la dipendenza nei confronti del sistema sanitario sono un “effetto collaterale” di processi di cura impoveriti e impoverenti?
- La relazione paziente-professionista è oggi substrato portante della cura o semplicemente un atto di compassione asimmetrica?
- Di chi è il problema del riconoscimento e sviluppo delle capacità del paziente per divenire risorsa a se stesso?
- Come la macro sfida dell’integrazione tra sanitario e sociale, può essere una sfida di cui farsi carico nel lavoro quotidiano, con micro esperimenti significativi e sostenibili?
Sabato 21 aprile 2012 – Ore 9.00-14.00
Le cure primarie sul territorio come orizzonte strategico
Da dove ripartire e verso dove incamminarsi?
Serafino Zucchelli
RESTITUZIONE IN PLENARIAdei materiali dei gruppi-laboratorio
Pensare e sviluppare nel territorio una medicina che cura
Le questioni trasversali sollevate dai tre gruppi-laboratorio
Riletture di Leopoldo Grosso, Eleonora Artesio, Giorgio Bert, Nerina Dirindin
Proposte organizzative per una ricerca partecipata
Lucia Bianco e Silvana Quadrino
Intervengono:
Eleonora Artesio – Consigliera Regionale Regione Piemonte
Giorgio Bert – Slow Medicine
Lucia Bianco – Certosa Gruppo Abele
Vittorio De Micheli – ASL Alessandria
Nerina Dirindin – Università di Torino e CORIPE Piemonte
Andrea Gardini – Slow Medicine
Leopoldo Grosso – Gruppo Abele
Ivo Lizzola – Università di Bergamo
Silvana Quadrino – Istituto Change
Marco Zanchi – Università di Bergamo
Serafino Zucchelli – Fondazione Pietro Paci
Quota di iscrizione 100 euro. Vitto e alloggio 80 euro. Sono previsti sconti del 20% per giovani sotto i 26 anni.
Per informazioni e prenotazioni:
tel:  011 3841083
fax   011 3841091
cell: 331 5753858

martedì 3 aprile 2012

Agenda parlamentare della settimana

Commissione Affari Sociali della Camera
3 aprile
Riconoscimento e disciplina della chiropratica come professione sanitaria primaria e istituzione dell'albo professionale dei chiropratici
4 aprile. 
Indagine conoscitiva sugli aspetti sociali e sanitari della dipendenza dal gioco d’azzardo con l’audizione, tra gli altri, di Giovanni Serpelloni, Capo del dipartimento per le politiche antidroga del Ministero per la cooperazione internazionale e l’integrazione.


Commissione parlamentare di inchiesta sull’efficacia e l’efficienza del Ssn 
Martedì 3 aprile 
ore 13,30 
Seguito dell'inchiesta su alcuni aspetti della medicina territoriale, con particolare riguardo al funzionamento dei Servizi pubblici per le tossicodipendenze e dei Dipartimenti di salute mentale: audizione di esponenti della Società italiana di Psichiatria democratica.

domenica 1 aprile 2012

Appunti sulle politiche sociali n. 2/2012 – Sommario

Appunti sulle politiche sociali n. 2/2012 – Sommario
Sommario n. 2/2012 -Appunti sulle politiche sociali
www.grusol.it/appunti.asp
Cecilia Marchisio, Natascia Curto, Welfare, protezione sociale e scenario culturale: alcuni spunti da cui ripartire  
Il rapporto tra welfare e crescita deve essere rivisto. Troppo spesso si sostiene che sia necessaria la crescita per potersi permettere un buon welfare; al contrario, il welfare è un investimento che non deve dipendere dalla crescita ma che le è funzionale. Un welfare finalizzato al benessere non solo dei più fragili, ma di tutte le persone e quindi realmente ed efficacemente inclusivo
Fabio Ragaini, Disabilità, età, reddito e  servizi
Le interessanti riflessioni e lo stimolante dibattito comparso sul sito www.superando.it sui temi della “gravità” (grave/gravissimo) e dell’accesso ai servizi sulla base delle disponibilità economiche degli utenti, spingono a riprendere alcuni di questi temi nella consapevolezza della grandissima varietà di situazioni a livello nazionale riguardante l’offerta dei servizi territoriali - http://www.grusol.it/apriInformazioni.asp?id=2783
Massimiliano Gioncada, Il punto sulla contribuzione degli utenti nei servizi sociali e socio sanitari
I criteri di contribuzione degli utenti nei servizi, è uno dei temi che ha determinato negli ultimi anni forti tensioni tra Comuni, utenti ed associazioni. Conflitti che hanno determinato sempre più frequenti ricorsi alla magistratura. Si aggiunga che la revisione dell’Isee è prevista anche nella legge “Salva Italia”. Facciamo il punto sul tema con  Massimiliano Gioncada  autore  di una recente pubblicazione sul tema
Andrea CanevaroPersone con disabilità. Percorsi di inclusione
L’educazione inclusiva vuole innovare riferendosi a un individuo sociale. Questa narrazione riguarda la scuola, il lavoro, i servizi. L’educazione inclusiva deve attingere dal passato, compresa la sua origine dovuta ad un amore ancillare. Ma deve innovare senza nostalgie di un passato che non tornerà. Ha il dovere di essere appassionata di futuro, incontrando e lavorando con tutti coloro che sono appassionati di futuro - http://www.grusol.it/apriInformazioni.asp?id=2813
Lucio Cottini, Invecchiamento e disabilità intellettiva: analisi e  prospettive
Il contesto socio-educativo e riabilitativo italiano ha ancora poca familiarità con le prassi abilitative basate sul costrutto di qualità della vita. Di conseguenza, ciò che spesso si verifica nei genitori e negli operatori è uno “slittamento degli standard”  e una conseguente riduzione delle aspettative. In realtà, il minor bisogno di sostegno è una riduzione nelle attese di vita autonoma nei loro confronti e questo, chiaramente, non aiuta la ricerca di risposte adeguate a livello educativo
Franco Rotelli, Ospedali psichiatrici giudiziari. Dieci domande sulla nuova legge
La legge 9/2012 ha previsto la definitiva chiusura degli Ospedali Psichiatrici giudiziari entro il marzo 2013. Il contenuto della norma ha aperto un ampio dibattito sulla possibilità che dalla chiusura degli OPG possano nascere dei micro Opg in ogni regione. Le domande che di seguito riportiamo affrontano i temi del dibattito in corso
Fondazione promozione sociale, Petizione nazionale per il finanziamento dei Lea. Continua la raccolta di firme
Il 1° marzo 2012 sono state consegnate alla Camera dei Deputati e al Senato, nonché ai Ministri della sanità Renato Balduzzi e del Lavoro e delle politiche sociali Elsa Fornero le prime 11.455 firme di cittadini elettori e le 40 adesioni finora sottoscritte da personalità e da organizzazioni pubbliche e private riguardanti la Petizione popolare nazionale per il finanziamento dei Lea, Livelli essenziali di assistenza sanitaria e socio-sanitaria -http://www.grusol.it/apriInformazioni.asp?id=2619
Segnalazioni librarie. Novità editorialihttp://www.grusol.it/apriAcquisizioni.asp

- Persone con disabilità. I diritti, i bisogni, le politiche, i servizi,http://www.grusol.it/apriInformazioni.asp?id=2709
marzo -maggio 2012
- Riordino sociale nelle Marche. Punti irrinunciabili della riforma,http://www.grusol.it/apriInformazioni.asp?id=2703
- La programmazione perduta. I servizi sociosanitari nella regione Marche,www.grusol.it/pubblica.asp

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